Nel mondo del design, c’è un concetto che torna come un tormentone estivo: Design Sprint. Viene spesso considerato la panacea che risolve tutti i problemi di tempo, budget e prodotto. Peccato che, nella realtà, le cose siano un po’ più complesse di quello che sembrano.
Il Design Sprint è un metodo sviluppato da Google Ventures per aiutare i team a risolvere sfide complesse e testare soluzioni in tempi rapidi, solitamente in quattro-cinque giorni. È un processo strutturato, che alterna momenti di analisi, ideazione, prototipazione e test con utenti reali. C’è chi lo paragona a una “maratona di design”, anche se – per la nostra esperienza – assomiglia più a una staffetta 4x100: ognuno corre il proprio tratto, ma il successo finale dipende dallo sprint di tutti.
Il Design Sprint dà il meglio di sé nelle fasi iniziali di un progetto, quando non è ancora chiara la direzione da prendere e serve ridurre l’incertezza. È particolarmente utile:
Se invece il progetto è già in pieno sviluppo, con specifiche chiuse e la roadmap ben definita, un Design Sprint rischia solo di far perdere tempo e creare confusione. È una bussola, non un motore.
Il Design Sprint “classico” si articola in 5 fasi:
Ma ecco il punto: non è un dogma. Si può adattare la durata alle proprie esigenze, mescolare tra loro i passaggi, accorciare o approfondire le fasi in base al progetto e alla disponibilità del team. A volte basta un mini-sprint di due giorni, altre volte ha senso diluire le attività in più settimane. Quello che conta non è seguire il manuale alla lettera, ma mantenere lo spirito dello sprint: concentrazione, collaborazione e velocità decisionale.
Far passare l’idea che basti un fine settimana – per quanto il weekend possa essere lungo – per realizzare un prodotto “fatto e finito” è sbagliato: è un po’ come credere di poter cuocere una pizza napoletana in cinque minuti in microonde e pretendere che esca pure con il cornicione croccante.
Ok, non è una formula magica e non sostituisce mesi di lavoro, ma il Design Sprint qualcosa di utile lo fa eccome. Ecco i suoi veri punti di forza:
Il Design Sprint non è magia: è uno strumento potente di allineamento e co-creazione, utile per testare rapidamente concetti – non per sostituire un processo strutturato di sviluppo.
Se usato con consapevolezza e competenza, può far davvero risparmiare tempo e risorse orientando il team. Se approcciato con aspettative irrealistiche, ci fa correre velocissimi… ma nella direzione sbagliata!